Le keyword vincenti di Jasmine, Lorenzo e Jannik

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La Search Engine Optimization, per gli amici “SEO”, è l’insieme delle tecniche e delle strategie finalizzate a migliorare la visibilità di un sito nei risultati dei motori di ricerca. Una delle pratiche più comuni è scegliere delle keyword che Google e gli altri motori individuino come caratterizzanti di un testo. Così, dal mio passato di pioniere dell’informazione online mi capita talvolta di riesumare, parlando con giovani colleghi, il vecchio consiglio di usare le keyword con parsimonia e cura perché – raccomandano i manuali di marketing editoriale – “il rischio è di snaturare la scrittura per inseguire la SEO, mentre il vero obiettivo è integrare le parole chiave in modo naturale, rispettando lo stile e l’autorevolezza del contenuto”. E propongono, i manuali, esempi più o meno così: un sito che pubblica un articolo sulle “donne nella Resistenza” userà keyword come “partigiane italiane”, “Resistenza femminile”, “storia donne guerra” in modo da intercettare ricerche reali senza sacrificare la qualità narrativa.

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(reuters)

Ma un conto è la teoria, un altro la scrittura. Dal digitale che sono stato per decenni, torno analogico e, come cronista, credo che le keyword più adatte a descrivere i match di oggi con protagonisti – in ordine di apparizione – Jasmine Paolini (vs. Diana Shnaider), Lorenzo Musetti (vs. Daniil Medvedev) e Jannik Sinner (vs. Francisco Cerundolo), siano “altalenante e pioggia”, “solidità e pioggia” e “crescita e pioggia”: parole generiche e ripetute, dunque assai lontane dalle regole del SEO classico. Pazienza.

Parto da “altalenante e pioggia”. Il confronto tra la lucchese e la russa, 21 anni appena compiuti, numero 11 ATP, è un’esperienza da roller coaster, un su e giù, un avant’indrè, un’altalena – appunto – di entusiasmi e delusioni che alla fine premiano Jasmine. In sintesi: partita a razzo (4-0) nel primo set, la numero 1 d’Italia e 5 del mondo si fa raggiungere dall’avversaria, ha comunque la chance di chiudere quando è al servizio avanti 6-5, non la sfrutta, si lascia riacchiappare e poi crolla nel tie break (1-7); Diana s’invola nel secondo parziale e va a condurre 0-4 ma si inchioda lì, cedendo sei game consecutivi dopo la breve sospensione per pioggia; la russa riparte alla grande nel terzo set, strappa il break dello 0-2 prima di ripetere, con sei giochi persi, la performance negativa precedente. L’alternanza dei periodi di dominio assoluto di una e dell’altra non sono rintracciabili nel punteggio, 6-7 6-4 6-2, ma evidenti nei grafici. Spiegherà più tardi Jasmine ai giornalisti: “Nel primo set e all’inizio del secondo ero veramente in confusione. Il mio angolo continuava a dirmi di cercare il rovescio di Diana, ma non riuscivo a essere lucida mentalmente. Quand’è arrivato lo scroscio d’acqua, quelli del mio team sono andati ad aspettarmi negli spogliatoi ma Sara è rimasta lì, mi ha calmata. E così mi sono salvata”. Peccato che Santa Sara sia il 20 aprile.

Lorenzo Musetti
Lorenzo Musetti (ansa)

La pioggia torrenziale interrompe l’ottavo di finale tra Musetti e Medvedev sul punteggio di 7-5 5-4 e 40-30, ossia sul match point per il numero 2 d’Italia e 9 nel mondo. Alla ripresa, dopo quasi tre ore, a Lorenzo basta una manciata di secondi per staccare il pass per il prossimo turno. La prestazione del carrarino è solidissima (come da keyword), sostenuta da una costante tensione agonistica positiva e impreziosita da tocchi e accelerazioni. Negli unici precedenti, entrambi sul cementi d’oltreatlantico due estati fa, il russo aveva avuto la meglio (6-4 6-4 a Toronto, 6-3 6-2 a Cincinnati). Da allora, però, Musetti ha fatto passi avanti impressionanti, sia tecnici, sia mentali, culminati con la medaglia di bronzo alle Olimpiadi, la semifinale a Wimbledon e le finali al Queen’s e a Monte Carlo. Se un tempo vederlo in campo era fonte di ansia, adesso trasmette sicurezza. E ha compiuto da poco 23 anni, mentre Daniel ne aveva 25 nel 2021 quando raggiunse la prima finale a Melbourne e poi vinse il suo unico slam a New York. Domani sera l’avversario dell’allievo di Simone Tartarini sarà Alexander Zverev, che si è liberato del francese Arthur Fils (7-6 6-1).

La stretta di mano tra Cerundolo e Sinner
La stretta di mano tra Cerundolo e Sinner (ansa)

La pioggia ha effetti sulla routine e forse anche sulla prestazione di Sinner, costretto con l’avversario Francisco Cerundolo ad attendere per ore che il campo e le tribune del Centrale tornino agibili. Come il lungimirante capofila del ranking ATP aveva previsto ieri, è il confronto con l’argentino, numero 18 del mondo, a dare le prime risposte ai tanti quesiti della vigilia del rientro nel circuito. L’obiettivo fissato con Simone Vagnozzi e Darren Cahill era infatti “misurarsi” dopo i tre mesi di riposo e allenamento e le due partite di sabato e ieri. Più del risultato (7-6 6-3 in 138 minuti di lotta durissima) è quanto visto in campo a decretare superata la prova, anche se il fine tuning della preparazione per il Roland Garros è tutt’altro che concluso. “Mi serve superare momenti difficili come in questa partita per ritrovare me stesso”, ha detto appena finito il match: è questa la filosofia della crescita (ecco la keyword) secondo il ragazzo della Val Fiscalina, non scalfito dalla constatazione che non perde un match dalla finale del 2 ottobre contro Carlos Alcaraz a Pechino. Sono 24 successi consecutivi, è il suo record personale, ma guai a ricordarglielo.

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