Da Conte a Magi, le prime adesioni all’appello dei giuspubblicisti contro il dl sicurezza

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Arrivano le prime adesioni all’appello dei 257 giuspubblicisti contro il dl sicurezza dove è stato definito come pericoloso e incostituzionale. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, scrive sui social: “Aderisco all’appello ‘Per una sicurezza democratica’, contro il decreto-legge sicurezza, promosso e sottoscritto da oltre 250 giuspubblicisti italiani, che conferma con la massima autorevolezza quanto il M5S aveva già denunciato quando venne affacciata la prima ipotesi di sostituire questo progetto di legge, su cui il Parlamento stava discutendo da oltre un anno, con un provvedimento urgente del governo: è un atto di una gravità assoluta, un ulteriore scardinamento del principio di divisione dei poteri e dei valori liberal-democratici stabiliti dalla nostra Costituzione. È un provvedimento che va oltre le varie forzature già compiute dal governo Meloni”.

Secondo Conte “adesso la battaglia si fa più dura perché al contenuto inquietante per la democrazia si aggiunge, come scrivono i costituzionalisti nell’appello, una forzatura istituzionale di particolare gravità: il Parlamento è stato scippato all’ultimo, dopo centinaia di riunioni e audizioni, e si ritroverà a convertire in legge un decreto legge al quale sarà apposta la fiducia. È un precedente pericolosissimo: mai successa prima una cosa del genere”.

Anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, interviene sulla questione: “Non c’era né la necessità né l’urgenza di trasformare questo disegno di legge in un decreto – spiega -, l’ennesimo Dl di un governo che continua impunemente a calpestare la democrazia parlamentare e le prerogative delle Camere. Una forzatura giustificata solo dall’urgenza di Giorgia Meloni di comprimere diritti e libertà dei cittadini. Come +Europa lo avevamo detto fin dall’inizio: questo provvedimento è incostituzionale. Abbiamo presentato una pregiudiziale di costituzionalità in sede di conversione del decreto, ovviamente bocciata da questa maggioranza. Non ci fermeremo e siamo pronti a ogni azione nonviolenta, dai ricorsi al referendum abrogativo, per bloccare la torsione autoritaria che questo provvedimento imprime”.

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