Covid Italia, bollettino del 7 giugno: 28.082 nuovi casi e 70 decessi

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Sono 28.082 i nuovi casi Covid registrati in Italia nelle ultime 24 ore, contro gli 8.512 di ieri ma soprattutto i 24.267 di martedì scorso: da alcuni giorni segnali di risalita della curva, forse spinta anche dalla sottovariante Omicron 5, come peraltro avvenne anche la scorsa estate (ai primi di luglio) con una mini-ondata “balneare”. I tamponi processati sono 233.553 (ieri 75.010) con il tasso di positività che sale dall’11,3% al 12%. I decessi sono 70, come ieri. Le vittime totali da inizio pandemia salgono così a 167.089. Le terapie intensive sono 2 in più (ieri -1) con 16 ingressi giornalieri, e sono in tutto 219.
Nei reparti ordinari si contano invece 111 pazienti in meno (ieri +42), per un totale di 4.342. E’ quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.

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Agenas, intensive al 2% e reparti al 7%, stabili in 24 ore

E’ ferma al 7%, nelle ultime 24 ore in Italia, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ (un anno fa era al 8%) da parte di pazienti con Covid-19. Così come è stabile al 2% la percentuale di terapie intensive occupate (un anno fa era al 9%). E’ un quadro di sostanziale stabilità a livello nazionale ma con oscillazioni regionali, quello che emerge dai dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 6 giugno 2022, pubblicati oggi. In particolare, in 24 ore, la percentuale di posti nei reparti ospedalieri di area medica o ‘non critica’ occupata da parte di pazienti con Covid-19 cala in Sardegna (6%) ma cresce in 6 regioni: Basilicata (12%), Friuli Venezia Giulia (7%), Liguria (9%), Molise (6%), Pa Trento (5%), Veneto (4%). E’ stabile, invece, in 14.

Crisanti: “Serve un vaccino con durata più lunga, in autunno il richiamo”

“Rivaccinare tutti, anche con questi vaccini”. Se in autunno ci si trovasse di fronte a una recrudescenza di Covid “non c’è alternativa” per il virologo Andrea Crisanti. La speranza di avere nuove versioni di vaccini che proteggano anche dall’infezione “c’è”, spiega. “Ci sono decine di vaccini in corso di sviluppo”, ricorda. “Ma dev’essere chiaro: non usciremo da questa situazione senza un vaccino con una durata più lunga di quelli che abbiamo”, spiega l’esperto secondo cui “il vero problema” è appunto “la scarsa durata del vaccino nel tempo, non gli effetti collaterali, che però si moltiplicano quando un vaccino devi darlo tre, quattro, cinque volte”. In ogni caso, se si dovrà rivaccinare, per il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova avrebbe senso farlo “dai 18 anni in su”, perché “bisogna anche limitare la trasmissione”.

Omicron 5 già in Italia, più contagiosa ma meno grave

Quando arriverà in Italia Omicron 5? “E’ già qui, ho avuto un paziente, che è stato in Portogallo e Spagna, e sta meglio di quelli che avevano preso tutte le altre varianti. A settembre questa variante sarà predominante, avremo più contagi ma specie con dose di richiamo non ci saranno più ospedalizzazioni”. Lo dichiara il virologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

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