Berlusconi, il romanzo di Marta Fascina, la favorita del Cavaliere testimone del tramonto

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Se mai dovesse scriversi un grande romanzo su questi anni sfarzosi, doloranti e sgangherati; un romanzo sul vuoto di potere che si spalanca in un Paese sempre speciale, ecco, sarebbe bello poter raccontare tutto ciò attraverso gli occhi di Marta Fascina che sabato ha interrotto il suo abituale silenzio con un tweet che diceva: “Come sempre il nostro presidente dimostra di essere un gigante immerso in un teatro di personalità insignificanti, irrilevanti e passeggere”. E sarebbe forse sprecato relegare queste parole nell’irrilevanza apologetica; quando invece colpiscono per l’ambigua impersonalità della formula (“il nostro”), così come colgono la dimensione eminentemente teatrale che tiene prigioniera l’odierna politica.

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Ma chi è Fascina? Una bella ragazza di cui il profilo Instagram rivela l’aspetto cangiante, ora ricciolona, ora sorvegliatissima lady Gaga. Nata in Sicilia e cresciuta nella provincia di Napoli, i tortuosi percorsi dello scouting di Arcore l’hanno precipitata alla Camera, commissione Difesa. Ha compiuto da poco 32 anni: “Buon compleanno, Marta” ha postato il Cavaliere, 85, sotto una foto di loro due, opportunamente ritoccati davanti a sgargianti luminarie post-natalizie suscitando oltre 1500 spontanee manifestazioni di affetto e fragorose esplosioni di volgarità.

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In bilico fra rischi di sessismo, riflessi moralistici, sopite invidie, ma col soccorso dell’ormai superatissimo confine che divideva la sfera pubblica da quella privata, si conferma qui la singolarità del ménage della specialissima coppia. Certo, non inedita, se si pensa che a cancellare i grandi scandali sessuali Berlusconi ebbe un’altra giovane fidanzata, Francesca Pascale (oggi 36), presentata in prima serata sulle reti Mediaset: Mi si è fidanzato?” gli chiese Barbara D’Urso in veste testimoniale, al che Silvione rispose affermativamente.

Quirinale, Marta Fascina e lo stop alla corsa al Colle di Berlusconi: “E’ un gigante in un teatro di personalità insignificanti”

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Ma poi chissà. Per cui a partire dal 2018 prese il via l’avvicendamento con Fascina. Per quanto si possa compatire il giornalismo politico nelle sue impervie ricostruzioni nell’era della personalizzazione e del gossip, la nuova fidanzata è una presenza costante nella vita di villa e di palazzo, nei brutti giorni del Covid e nella convalescenza. Anche se muta e un passo indietro, è apparsa nei due meeting quirinalizi del centrodestra; così come l’altro ieri la si è immaginata trepida al fianco di Berlusconi nelle ore amare del ritiro, reso obbligato dalla sfiducia degli alleati e dalle preoccupazioni della famiglia, a sua volta guardinga e grata nei confronti di lei.

Si dirà che il tweet era dovuto. Ma senza per questo assecondarne la sostanza, dal punto di vista della storia ultra ventennale, del costume politico e delle sue rappresentazioni, va riconosciuto che la figura di Berlusconi comunque giganteggia su chi legittimamente, fuori e dentro il centrodestra, ha cercato di sbarrargli la strada verso il Quirinale.

Anche se si tende a rimuoverne il ricordo, il berlusconismo non è stato un normale ciclo di potere come quello, poniamo, di Craxi. E questo perché, senza contare la potenza del denaro, il Cavaliere fin dall’inizio si è vissuto e sempre è stato vissuto dai suoi non quale semplice politico, ma come un sovrano, un re, un monarca, con tutto ciò che ne conseguiva quanto a consenso, emozioni, simboli, mitologia.

Più favorita che regina, Fascina è qui per ricordarci le radici e le forme di quel potere. Non dipende certo da lei il caos odierno, né in futuro l’elezione del 13° Capo dello Stato repubblicano. Ma chi meglio di lei potrebbe raccontare quella che è apparsa la patetica impuntatura di un potente al tramonto? Con quali altri occhi un grande scrittore potrebbe descrivere le smanie, i quadri regalati, il patema per i processi, la corsa degli scoiattoli, la lettera dai domiciliari, l’insonnia, i tradimenti e l’estremo trambusto sanitario? A suo modo Fascina indica quanto avanti sia andata la crisi italiana, ma in fondo anche quanto l’umanità ne faccia parte.

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