Stupro di Capodanno, le chat: “Venite ce sta la roba”. E quel sangue dopo la violenza esibito come trofeo

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Il giorno della Befana del 2021 nelle chat di Whatsapp scoppia il panico tra i partecipanti al Capodanno dell’orrore in una villetta di Primavalle. “Questa ci metterà nei guai, era lei che ci stava”, scrive uno degli indagati.

E un altro: “Devi dire che non mi conosci, tu non mi hai visto fare niente”. Da qualche giorno i carabinieri hanno iniziato a sentire testimoni e sospettati di avere stuprato dentro la villetta della periferia Nord di Roma una ragazzina di 16 anni, la figlia di un diplomatico spagnolo. Lo hanno fatto per almeno tre ore. “Ragazzi mettiamoci d’accordo su cosa spiegare. Quella è una p…, non l’ha costretta nessuno, era tutta ubriaca”, è l’indicazione che gira sui telefonini. Tutte le chat in cui la vittima, una “pariolina”, viene anche offesa sono agli atti dell’inchiesta in cui cinque giovani (due agli arresti domiciliari, ndr) sono accusati di violenza di gruppo aggravata. Due indagati sono minorenni: 16 e 17 anni.

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Uno degli arrestati, Pietro Ranieri, un precedente per droga, poche ore dopo gli abusi si era vantato di avere la maglietta sporca di sangue. “Me la sono fatta”, aveva detto sfoggiando quella t-shirt alla festa. E lo aveva anche scritto a un suo amico. Quella frase lo ha incastrato. Nessuno a quel veglione, con un unico tavolo imbandito con droghe, pasticche di Rivotril e alcol, cercò di strappare dalle mani degli stupratori la minorenne.

“Non mi hanno aiutata”, ha raccontato la vittima alle psicologhe di “Bon’t worry”, onlus che si occupa di violenza di genere e che sta assistendo legalmente la vittima. “Io non mi drogo, non l’ho mai fatto”, ha assicurato la ragazzina alla presidente Bo Guerreschi. Che dice: “Siamo convinti che sia stata drogata e stiamo cercando di accertarlo”.

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Lividi su braccia e gambe. Così si è risvegliata la vittima, addosso vestiti non suoi. L’hanno violentata più volte e spostata da un bagno a una stanza. “Trattata con disprezzo, come un oggetto”, scrive la giudice nell’ordinanza. La ragazzina aveva cercato di divincolarsi ma era sotto effetto di droghe e alcol, non riusciva a gridare. Nel suo sangue è stata trovata cocaina e acido valproico, un antiepilettico che dà gli effetti della droga dello stupro.

A Primavalle, la notte di San Silvestro, erano in trenta. Dieci, quasi tutti minorenni, di Parioli. Il resto di Primavalle e Torrevecchia. Due mondi apparentemente distanti tra loro. Ma nella chat “Capodanno 2021” questi giovani si sono ritrovati grazie a un’amicizia comune e all’intento di passare l’ultimo dell’anno a una festa clandestina violando il coprifuoco imposto dalla pandemia.

“Il posto ce l’ho io, la villa del compagno di mia madre”, aveva annunciato un minorenne. In quella villa erano state organizzate anche altre feste durante il lockdown. “La roba ce sta?”, era una delle preoccupazioni a ridosso del 31 dicembre. “Ce sta. E anche grappa, whisky e vodka”. La festa per sballarsi stava per decollare. “Portate le ragazze, mi raccomando. Vogliamo poche coppie”, scrivevano da Primavalle.

C’era una seconda chat per quel Capodanno. Il nome è “Gang scuola” e lì si parlava solo di chi e quali droghe avrebbe portato. Questa chat fa parte di una seconda indagine su quella sera: sotto accusa una decina di ragazzini.

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